Public Access Defibrillation (PAD)

 Public Access Defibrillation (PAD):

 
PAD, acronimo di "Public Access Defibrillation", ha lo scopo di diffondere in maniera massiva, le Manovre di Rianimazione Cardio polmonare  e la diffusione di  DAE defibrillatore semi automatico in luoghi pubblici e privati ad alta affluenza, come centri sportivi, centri commerciali, scuole, e altri luoghi pubblici. 


Così facendo si rende più facile l'intervento tempestivo in caso di arresto cardiaco improvviso, aumentando le possibilità di sopravvivenza per chi si trova in condizioni di pericolo.
  

COS’È LA RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE?

La rianimazione cardiopolmonare è una breve serie di valutazioni e azioni che servono a:

  • riconoscere l’arresto cardiaco,
  • chiedere aiuto e attivare i soccorsi,
  • sostenere la circolazione e la respirazione per rallentare il processo di morte.

Poiché nell’arresto cardiaco è di fatto iniziato il processo di morte che diventerà irreversibile in pochi minuti, è possibile distinguere questa condizione da un altro malore o patologia che provochi perdita di coscienza: la vittima in arresto cardiaco non solo è priva di coscienza, ma non si risveglia e non reagisce se viene chiamata e scossa, non respira normalmente o non respira affatto e non mostra alcun movimento. Nelle prime fasi dell’arresto cardiaco, la priorità non sta nel capire la causa che lo ha provocato: è invece molto importante saperlo riconoscere prontamente per chiamare i soccorsi, iniziare le manovre di rianimazione cardiopolmonare e rallentare il processo di morte in attesa di aiuto. Questi interventi sono gli stessi qualsiasi sia stata la causa che ha provocato l’arresto cardiaco. Lo scopo cruciale è cercare di rallentare il processo di morte provocato dall’interruzione della circolazione. Per farlo, il soccorritore che si sia accorto di questa condizione può sostituire in parte la funzione del cuore con manovre semplici e che non richiedono nessun tipo di strumento.

Comprimendo il centro del torace con le mani poste sulla metà inferiore dello sterno, si può generare una pressione sul torace e sul cuore in grado di spingere il sangue nel sistema circolatorio verso i vari organi. Se si è in grado di alternare queste compressioni toraciche con le ventilazioni di soccorso, si fa arrivare nuovo ossigeno nel sangue della vittima in modo che le compressioni toraciche lo spingano fino alle cellule sofferenti.

Quindi, per capire se una persona è in arresto cardiaco (e quindi sta morendo) è necessario che abbia perso coscienza, non si risvegli se chiamata e scossa e abbia smesso di respirare normalmente o di fare altri movimenti. Se sono presenti questi segni, è necessario allertare i soccorsi chiamando il 112 (Numero Unico europeo per le Emergenze) o il 118 (numero per le emergenze sanitarie, nelle regioni italiane dove è ancora valido). L’operatore che ci risponde, oltre ad inviaci i mezzi di soccorso adeguati, può aiutarci a valutare e riconoscere i segni dell’arresto cardiaco facendoci delle domande specifiche e ci può guidare a fare le manovre necessarie anche se non le conosciamo o non le ricordiamo; inoltre, può segnalarci se nelle vicinanze è disponibile un defibrillatore (DAE).

Per riassumere: Qualsiasi sia la causa dell’arresto cardiaco, le manovre da fare sono sempre le stesse: riconoscerlo, chiamare il 112/118 e far cercare un DAE, comprimere il torace e, se siamo in grado di farlo e vogliamo farlo, tentare le ventilazioni di soccorso.

QUANDO È UTILE IL DEFIBRILLATORE E COS’È LA DEFIBRILLAZIONE?

La defibrillazione esterna consiste nell’erogazione, sul torace di una vittima in arresto cardiaco, di una corrente elettrica in grado di raggiungere il cuore. È necessaria il più presto possibile qualora il cuore non riesca a contrarsi efficacemente a causa di due condizioni di aritmia caotica note come fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare. Queste due aritmie, presenti solo in alcuni casi di arresto cardiaco, possono essere interrotte dalla defibrillazione.

L’arresto cardiaco può essere causato da condizioni diverse. In alcuni casi l’incapacità del cuore di pompare il sangue e farlo circolare è dovuta ad aritmie caotiche che impediscono al cuore di contrarsi come dovrebbe: queste aritmie vengono chiamate fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare. Possono essere causate da molti tipi diversi di patologie, comuni o rare. Qualsiasi ne sia la causa, possono essere riconosciute automaticamente e con estrema precisione dal defibrillatore automatico esterno (DAE) che può interromperle attraverso la scarica elettrica che questo dispositivo è in grado di erogare. La defibrillazione è tanto più efficace quanto più è tempestiva, cioè quanto meno tempo è passato dall’insorgenza dell’aritmia all’erogazione della scarica elettrica; il massimo di efficacia si ha nei primi 10 minuti circa dall’inizio dell’arresto. Più i DAE sono diffusi e accessibili sul territorio, più è probabile che chi ne abbia bisogno per soccorrere una vittima di arresto cardiaco ne trovi rapidamente uno nei pressi.

La defibrillazione, quindi, consiste nell’erogazione di una scarica elettrica sul torace della vittima che, in caso di fibrillazione o tachicardia ventricolare, può interrompere l’aritmia creando le condizioni per ripristinare un ritmo più regolare e quindi la capacità del cuore di pompare il sangue e far riprendere la circolazione.

Se invece l’arresto cardiaco non è causato da queste aritmie, il defibrillatore non può essere di aiuto immediato ma deve comunque essere applicato sul torace della vittima perché lo potrebbe diventare nel corso del tentativo di rianimazione. Anche in assenza o nell’attesa di un DAE, ciò che invece è sempre utile e possibile fin dall’inizio, in tutti i casi di arresto cardiaco, sono la chiamata di soccorso, le compressioni toraciche e, se in grado di eseguirle, le ventilazioni di soccorso.

 

Per ulteriori dettagli, consulta il documento: Un Sistema per Salvare Vite